"Beppe Cantarelli. Silenzio in musica"

Un nome che conoscono anche nella foresta Amazzonica, come era solito ripetere Sergio Renzi, il mitico presidente dell'Ipiall. E non a caso anche Beppe Cantarelli, uno che il mondo della musica lo conosce in tutte le sue sfumature - marketing compreso - ha pensato di prendere a prestito il nome Stradivari per battezzare il suo neonato coro. Anzi, Stradivarius, perchè nei cartigli dei suoi violini il sommo liutaio si firmava così. Il gruppo vocale Stradivarius debutta in pubblico questa sera (sabato 8 dicembre) alle 21 nella chiesa di San Pietro al Po nell'ambito della serata inaugurale del tour Mentre il Silenzio che vede protagonisti, oltre allo stesso Cantarelli e al suo coro, l'ensemble di archi del laboratorio musicale Stradivarius, il Coro Stellato di Piancara di Rovigo, Tollak Ollestad all'armonica a bocca, Alice 'Aly' Vecchietti (vocalist e attrice), Laura Romanato (mezzosoprano), Giuseppe Curti (didgeridoo, strumento a fiato tipico degli aborigeni asustraliani), Paola Bracchi (organo). Film Opera così definito questo genere di concerto, letteralmente inventato da Cantarelli e da Don Angelo Busi, parroco di Borgo Val di Taro nonchè autore dei testi, nel quale le musiche originali del composirore bussetano si alternano sezioni in cui il testo viene declamato senza fronzoli, per andare all'essenza della parola. E' un evoluzione di quello composizioni enspiration, come lui le definisce, in cui la musica è un mezzo per riflettere, oltre che per comunicare, un modo per guardare dentro di sè e verso il prossimo. I testi sono di soggetto spirituale, se non propriamente sacro. Nello specifico, le controversie che nascono all'interno di una famiglia come tante, rappresentate all'inizio del concerto, sono un modo per meditare sul Natale nella societè di oggi. Beppe Cantarelli non ha certo bisogno di presentazione. Nativo di Busseto, ha trascorso sotto il torrazzo buona parte della sua giovinezza. A cremona ha frequentato il liceo manin e qui ha iniziato a suonare nella band underground. Il grande salto avviene quando Mina gli chiede di accompagnarla in tourneè come chitarrista. non una tourneè qualsiasi, l'ultima della Tigre, quella che l'ha consegnata definitivamente al mito. Poi Cantarelli diventa autore per l'artista cremonese scrivendo per le le canzoni dell'album doppio Attila, uni dei più belli di Mina. Ma il successo italiano sta stretto a un artista dalle vedute internazionali, qual'è Cantarelli che negli anni 80 si trasferisce a Los Angeles dove conosce i maggiori produttori, come Quincy Jones, con il quale collabora come chitarrista in tour e in sala di incisione. Collabora e compone per i mostri sacri del calibrto di Aretha Franklin, Mariah Carey, Bonnie Tyler, Joe Cocker, Laura Braningan, Toni Renis


Da "Più"
a cura di Roberto Codazzi
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