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"Un Magnificat per il Pontefice.
Millennium Choir di Cantarelli protagonista a Tor Vergata"

Note cremonesi in stereofonia ieri sera nella capitale per il Giubileo dei giovani. Mentre Beppe Cantarelli e il suo Millennium Choir intonavano il "Magnificat" alla grande Veglia papale a Tor Vergata, da un'altra parte della città nell'abbazia delle tre Fontane all'Eur, si suonavano le canzoni del musical "There's a letter for you" portato a Roma dal missionario Marano, autore di uno spettacolo spumeggiante allestito nell'Istituo saveriano di Cremona (grazie all'aiuto finanziario di Giovanni Arvedi) con attori, coristi, musicisti e ballerini tutti cremonesi. Due eventi musicali importanti, che hanno caratterizzato la giornata clou dell'imponente raduno romano. Beppe Cantarelli è- fatte le debite proporzioni - una sorta di Pier Luigi da Palestrina del nostro tempo. Come l'autore delle Cento Messe, apprezzato dai Papi della Roma controriformista per la limpidezza delle sue polifonie, anche il compositore bussetano ha infatti elaborato uno stile chiaro quanto efficace e di immediato impatto. E' uno stile che negli Stati Uniti, dove Cantarelli vive e lavora da una ventina di anni, viene definito crossover perchè a cavallo tra il classico e il pop. Il Magnificat in particolare, era già stato eseguito dal Millennium Choir in Sala Nervi alla vigilia di Natale suscitando grandi apprezzamenti negli ambienti vaticani e in quelli di Raiuno. Inevitabile che, sia dalle stanze alte di Piazza San Pietro sia dai vertici di viale Mazzini, sia arrivato a Cantarelli l'invito di replicare la sua bella composizione per la Giornata Mondiale della Gioventù. Impostato nella classica scrittura a quattro voci dispari (soprano, contralto, tenore, basso) il Magnificat di Cantarelli è pezzo di notevole effetto che coniuga bellezza di linee melodiche e raffinatezza di armonie. Il tutto facendo uso di un linguaggio semplice, diretto scevro da inutili scelte d'avanguardia. Ieri l'organico del Millennium Choir, composto da 270 elementi provenienti da tutta Italia e da mezzo mondo, comprendeva anche nove voci cremonesi: Stefano Neva, Simona Sommi, Mauro Tansini, Katia Boselli, Maurizio Monfredini, Davide Bonfanti, Eliana Soldi, Massimo Fodri e chi scrive. Stefano Neva, in particolare è figlio d'arte perchè il papà Franco è stato il batterista dei mitici Happy Boys, il complesso con cui ha mosso i primi passi la grande Mina. Di origine cremonese anche i fratelli Roberto, Gian Vittorio e Alessandra Ugoni, mentre è bussetana doc ma studia a Cremona Enrica Lavezzini. Presenza illustre, ai 270 coristi si è aggiunta Orietta Berti chiamata dall'amico Cantarelli. Vestita in talleur bianco e accompagnata dal marito Osvaldo, la Berti ha cantato fra i contralto: la sua voce si avvicina di più al registro sopranile, ma avendo poco tempo per le prove, la simpatica cantante ha preferito un tono meno acuto.
Da "La Provincia"
a cura di Roberto Codazzi
20 Agosto 2000
Tutti i diritti sono riservati
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