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"I magnificai dieci della rock generation"

Da Bob Dylan ai Beatles, dai Police ai Clash, un universo di suoni e parole che hanno cambiato i colori del mondo. Deep Purple, Chick Corea, Coltrane, Van Halen, U2, Pink Floyd, Genesis e Pat Metheny. Ma anche Area e Pfm. Dieci, come i grandi che Cico Falzone, il chitarrista dei Nomadi, ricorda nella "Rock Revolution". La stessa che "Repubblica" ha messo in prima pagina su "XL". E' la musica che ha cambiato la storia: gli ellepì, i 45 giri e gli artisti che hanno detto "cose nuove", superando le etichette e segnando una svolta nell'universo delle note. Certo, non è un impresa semplice e probabilmente questa classifica delle top ten rimane insufficiente per garantire il posto d'onore a tutti coloro che se lo meritano. Non ce ne vogliano i fan di Madonna, Cure, Patti Smith e tanti altri. "Non penso - dice il musicista Beppe Cantarelli - che la musica rock sia mai stata veramente "rivoluzionata" ma bensi "Inventata" da artisti quali Elvis e Ray Charles e tanti altri artisti come loro che soprattutto negli anni '50 hanno portato quella "fusion" di musica di estrazione "afro-americana"(conosciuta anche come gospel, spiritual, soul, blues, jazz e R&B) con musica considerata "bianca" e cioe' di estradizone popolare "Caucasian", "Waspy", "Irish", etc, insomma la miscellanea di culture prevalentemente europee immigrate negli anni negli Stati Uniti d'America. Da questa "fusion" di musiche e culture è nato "precursore" di quello che negli anni '60 e '70 si è consolidato in quello che poi è stato universalmente definito "rock": un genere musicale che ha raggiunto punte di oltre il 60% di penetrazione nel mercato discografico e addirittura nella cultura, di nazioni come gli Stati Uniti ed altre, sopratutto nel mondo diciamo "occidentale". in piena "era rock gli altri nomi che parer mio hanno contribuito al sopraccitato raggiungimento della popolarità di questo genere musicale sono artisti quali Jimi Hendrix, Rolling Stone, Beatles, Led Zeppelin, Bob Dylan, James Tylor, fino ad arrivare a "fusion" di dimensione storica di rock & soul quali Aretha Franklin e gli Earth, Wind & Fire".
Per Simonetta Collini, conduttrice radiofonica, tutto è cominciato con i Beatles e "Revolver" (la culla di Stg. Pepper ed i primi suoni rivoluzionari, con la definitiva conferma del genio del produttore George Martin: siamo nel 1966); poi è ancora Beatles cn "The White Album," (con questo disco doppio, nonostante fossero già quattro entità separate, i Quattro di Liverpool realizzano l'antologia di tutta quella che oggi è la musica moderna); Talking Heads "'77" (il primo di una quadrilogia illuminata; seguiranno, nell'arco di soli tre anni, "More songs about building and food", "Fear of music" e "Remain in lught"; hanno inventato tutto senza copiare niente); Stevie Wonder con "Sonfa, In The Kley Of Life" (doppio album di puro sound nero che abbraccia il funky, il soul, il r&b attingendo senza timore reverenziale al jazz. La black music - e non solo - farà di questo disco il suo nuovo punto di partenza); Steely Dan "Pretzel logic"(eleganza smisurata, ironia sopraffina e professionalità maniacale. A tutt'oggi ineguagliata la voce di Donald Fagen: già perfetti, gli Steely Dan superano loro stessi qualche anno più tardi con "Aja"); Police, "Outlandos d'amour" (primo lp dei Police, autogprodotto. Fino a quel momento, nessuno aveva pensato a fondere il punk con la musica reggae); Kate Bush, "The kick inside" (Kate Bush aveva poco a che vedere con quanto sentito a livello femminile fino ad allora. La sua voce tra il gotico e il folk celtico, il misticismo medievale e gli incantesimi delle streghe, i riti tribali e il pop più etereo, ha dato vita ad uno stile che ha contagiato intere generazioni di cantanti, da Tori Amos a Elizabeth Fraser dei Cioocteau Twins, fino a Bjork); Joy Division, "Unknown Pleasures"(l'inizio vero dell'era dark: dopo pochissimo arriveranno i Cure, Siouxsie and the Banshees, Bauhaus, Sisters of Mercy); Clash "London Calling"( se i Sex Pistols sono stati l'inizio dell'"Antimusic" con il punk, rottura estrema di ogni convenzione acquisita, i Clash hanno ristabilito l'ordine ed hanno costituito il tramite tra la fine del punk e l'inizio della new wave); David Bowie, "The rise and fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars". Ma c'è anche chi come il batterista Paolo Mozzini punta il dito sul jazz:"Tanti sono stati i grandi della musica, ma vorrei ricordare i jazzisti e non solo che non hanno avuto la copertura mediatica di altri. E' cosi storici musicisti sono sconosciuti a tanti. Tra il '40 e il '70 c'è stato un incredibile fermento, un susseguirsi di stili e contaminazioni, che hanno lasciato il segno: Duke Ellington nel periodo delle grandi big band, Parker (il padre del be bop) Gillespie e Max Roach, Miles Davis che ha navigato come capostipite del be bop al jazz rock; Bill Evans, un incredibile poeta; Coltrane e il suo storico quartetto (la spiritualità della musica è irraggiungibile); Jobim e Astor Piazzolla. Eweather Report, tra i più significativi del jazz rock mondiale. Infine dall'Europa, mi è piacuto il filone dell'etichetta Ecm tra il 1970 e i primi anni '80: Garbarek, Palle Dannielson e Kenny Wheeler, senza dimenticare Gershwin
Dalla "Gazzetta di Parma"
21 Settembre 2007
A cura di Mara Varoli
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