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"Schegge" di una carriera vissuta al di qua e al di la dell'Atlantico.
Magnificat...di un amico tra la Bassa e Hollywood


Busseto, a due passi da Zibello. Poco più in la, Roccabianca e Fontanelle. Di qua, quasi attaccato, Roncole Verdi. Il cuore, l'anima della Bassa, per qualcuno. La Bassa, un organismo sparso sulle sponde del Grande Fiume con il cuore che batte da queste parti. Non a caso Giovannino Guareschi ha coniugato Fontanelle e Roncole, ponendole al centro della propria vita, della propria arte, della propria storia. L'alfa e l'omega per lui. Busseto ci tiene a sè stessa. Ne ha tutto l'orgoglio. Un detto popolare, da queste parti, suona più o meno così: "El più cojon l'ha scritt l'Aida". Qualcuno la potrebbe prendere per megalomania ma è autostima che fa bene ad ogni comunità. Sta di fatto che il bussetano di cui si parla è l'unico, grande compositore a non avere mai scritto un "Magnificat", un Cigno che su quel tema non ha mai spiccato il volo. Beppe Cantarelli, bussetano anche lui, il "Magnificat" l'ha scritto, suonato e diretto con il suo Millenium Choir. Si trattava di far uscire Roma da un voto nato al termine della guerra quando i tedeschi avevano minato la città ed i ponti. Da allora, salvata la città, ogni sabato sera, da maggio ad ottobre, una processione usciva dalla città fino all'antico Santuario del Divino Amore. La cosa doveva finire con la realizzazione del nuovo Santuario e così avvenne. Nel 1999, con il contorno del suo Millenium Choir, il "Magnificat" di Beppe Cantarelli è stato servito, sul piatto di portata della sua arte, al Pontefice. Il Giubileo era in arrivo e Giovanni Paolo II stava concludendo gli ultimi anni della sua indimenticabile era. Una quantità enorme di gente ed il Beppe li, a dirigere il suo coro ed il suo Magnificat. Io non so se, fra tanti anni, si dirà che "el plù cojon" ha scritto il Magnificat. Sono convinto, però, che per Beppe sia stato il coronamento ed un passaggio di stato fondamentale di una attività musicale di tutto rispetto che oggi prosegue indefessamente con impegni sempre più rilevanti. Lui, liceale, del Manin di Cremona, maturato quando gli anni '70 lanciavano i loro primi vagiti, la musica ce l'ha nel cuore e nella testa da sempre. La sua chitarra lo ha accompagnato fin dal allora e, poi, nell'esperienza universitaria in quel di Parma dove si è dovuto dividere tra la Giurisprudenza ed il Conservatorio. Oggi abbiamo un grande musicista e non un avvocato. Per fortuna. Da giovanissimo, liceale convinto e matricola imberbe (che riferito a lui è solamente un modo di dire), ha avuto ottime esperienze e, tra queste, Alto Gradimento. Si, proprio quello vero. Ma è stato il rapporto con Mina che ha dato la stura ad una carriera che oggi non smette di crescere. Il live Bussola Domani, ma non solo questo, con Mina. Un sogno per tanti ragazzi, anche se non bravi come lui. Poi, spirando gli anni '70 sulla soglia degli '80, avendo già mollato il flauto al conservatorio e ripresi chitarra e pianoforte, Beppe parte bene e viene ritenuto ben presto, guarda un po' tè questa Italia, troppo americano. Lui, uomo dalle decisioni immediate, se ne va in America. Forse per sentirsi, la, un "troppo italiano". Ma forse in America è diverso. Sta di fatto che ancora ci vive, con la doppia cittadinanza, dividendosi tra la vecchia, cara Bassa, dove "el più cojon l'ha scritt l'Aida" e la sua casa che sta sotto, un poco a sinistra, alla H di Hollywood sulla collina, famosissima per mito ed immagini, di Los Angeles. Oggi ci si può confondere tra un italiano in America ed un americano in Italia. Ma lui è Beppe Cantarelli, dei Cantarelli di Busseto. Beppe l'americano ha lavorato e lavora molto bene. Ha cantato, composto e suonato con calibri come Quincy Jones, Joe Cocker, Amii Stewart, Bonnie Tyler, per citarne alcuni. "Another Night" lo ha legato strettamente ad Aretha Franklin. Con Mariah Carey, "I still believe", 30.000.000 di copie. Anche "I just can't stop loving you" con Michel Jackson è stato un grande successo. Oggi produce musica ad altissimo livello e torna regolarmente alla sua terra d'origine ed al suo paese. Non come quel personaggio di Giovannino Guareschi, cantante di gran nome, ritornato, per la sua arroganza, ad essere solo l'Emporio Pitaciò di un tempo nel paese di Don Camillo. Lui ci toma da bussetano tra quelli di Busseto, così come deve essere ed è, in una terra dove la riservatezza è farsi i fatti propri e la generosità trasforma i fatti degli altri in fatti propri. Da tempo ha unito alla sua attività musicale di grande rilievo, un impegno che lega spiritualità, Chiesa e musica. Il Magnificat ha dato la stura a progetti di tutto rispetto. Lo senti cantare e suonare nelle Chiese e, per inciso, proprio oggi, Epifania, alle 11, Beppe, dei Cantarelli di Busseto, canterà la Messa nella Chiesa di Zibello. Momenti magici di una carriera magica dove la spiritualità porta la magia della musica nei dintorni di Dio. Beppe Cantarelli è a casa. Poi tornerà a casa. Oltreoceano. Succede cosi a chi ha doppia cittadinanza. Ma la Bassa, ad Hollywood, non c'à ed a chi scrive dispiace molto. Per Hollywood, ovviamente ma, chissà, la globalizzazione potrebbe portare novità. Per Hollywood,ovviamente, anche se là il Grande Fiume non c'è. Ma esiste.
Da "La Cronca di Cremona"
Pagina Spettacoli & Arte
a cura di Gianni Leani
www.giannileani.it
6 Gennaio 2007
Tutti i diritti riservati
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