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"Magnificat, e la musica sale in cielo.
Cantarelli emoziona con i suoi brani, parata di ospiti.
Duomo gremito per l'artista bussetano
e il suo Millennium Choir a favore del 'Bambino Cardiopatico' "

PIACENZA - "L'Anima Mia Magnifica Il Signore". Con questo spirito, Beppe Cantarelli ha proposto il suo Magnificat, l'altra sera in un affollatissimo Duomo di Piacenza, e lo ha fatto con una "marcia" in più: il desiderio di aiutare i bambini cardiopatici. Le offerte della serata sono andate, infatti - come ha ricordato il presidente Ivaldo Brignoni - all'Associazione Bambino Cardiopatico, le cui finalità e il cui impegno sono stati brevemente spiegati dal dottor Ettore Pedretti, primario di Pediatria all'ospedale di Fiorenzuola. Dopo una toccante introduzione di monsignor Anselmo Galvani, che ha portato anche i saluti del vescovo monsignor Luciano Monari, il concerto ha avuto inizio. Ma definire semplicemente "concerto" il Magnificat di Cantarelli, come ha sottolineato monsignor Galvani, non è preciso in quanto l'opera è una "meditazione e preghiera con la musica". E quando le note del Sanctus, intonate dal Millennium Choir, si sono alzate riempiendo le navate della cattedrale, è stato davvero così. L'atmosfera è diventata ancora più spirituale quando Cantarelli, con la sua magnifica voce, impostata e capace di raggiungere altezze e dinamiche di rara estensione, ha intonato Non Era Il Vento, è Stato Un Angelo, sul miracolo dell'Annunciazione. Il tutto è stato accompagnato dall'arpista piacentina Paola Devoti, che merita un applauso molto particolare: al di là della bravura tecnica, è difficile possedere una sonorità piena all'arpa come quella che Devoti riesce a far emergere, anche in un ambiente suggestivo, ma acusticamente dispersivo, com'è il Duomo di Piacenza. Padre, è Giunta l'Ora è stato diretto da don Emanuele Ferro, giunto appositamente da Taranto: molto commovente il connubio di coro e orchestra d'archi del "Nicolini" (primi violini: Elisabetta Nobile, Annalisa Perfetti e Lorenzo Gugole; secondi violini: Stefano Cilli e Matteo Minella; viole: Serena Perfetti e Luca Cacciatori; violoncelli: Irina Martìnova e Paolo Conti; contrabbasso: Cristian Felisari) e la pianista Laura Benigna. I coristi, che hanno dato il meglio nell'arco di tutta la serata, sono stati particolarmente convincenti nel fraseggio "a canone" ("Padre è giunta l'ora, perdonaci / Per lui che ha vinto il mondo, glorificaci / Lui ci ha dato tutto, ci ha detto "siamo Tuoi" / Padre è giunta l'ora, non dimenticarti di noi"). Il brano Benedizione ha ospitato il bravo violoncellista Luciano Girardengo. In questo e in molti altri brani, Cantarelli ha introdotto la melodia fischiando: un soffio suggestivo, cime di brezza mistica che giunge dall'alto. Una delle punte più alte della "meditazione in musica" è stato il Kyrie, interpretato dal coro in modo sontuoso e drammatico, quasi mozartiano. Il contralto Sara Ruoti di Prato ha intonato, in lingua inglese, Without You, I'd Be Blind (Senza di Te, Sarei Cieco), con accompagnamento di strumenti a corda. Quindi le liriche di Davide Maria Turoldo sono risuonate tra le armonie di Ecco Un'Aurora (Preludio). Le parole sembravano particolarmente adatte allo scopo benefico della serata, in cui il Concerto Mariano era rivolto, in particolare, ai bambini malati, perchè possano guarire: "Sia sempre un bimbo il centro del mondo". Una frase davvero commovente, che i presenti - prima fra tutti un'attenta e commossa Orietta Berti, madrina della serata e seduta in prima fila (la cantante ha collaborato in passato con Cantarelli) - hanno sentito fin nel profondo del cuore. Il brano è sfumato nel successivo Mentre Il Silenzio (Pastorale), composto nuovamente su liriche di Turoldo e seguito da Tu Che Parli Con Gli Angeli, intonato da Cantarelli accompagnato dalla chitarra che ormai usa come fosse una parte di sè. Il brano che da il titolo all'opera, Magnificat, ha riservato ulteriori sorprese: dopo un'originale versione per vibrafono solo di Patrizio Borlenghi, lo stesso è stato riproposto. In particolare, è stato apprezzato il momento in cui si sono esibite, nella loro lingua madre e con accompagnamento di percussioni, le tre sorelle congolesi Odette Kituba, Adèline Nkala e Colette Ngwala, creando un abbraccio universale che travalica ogni confine, quello che la musica rende ancor più forte nel ribadire che siamo tutti fratelli. Verso il finale, la performance è stata un crescendo di spiritualità ed emozioni: Cantarelli ha intonato, col soprano Elisabetta Calza, Ave Maria, Mai Più La Guerra: un invito alla pace attuale e necessario, seguita dalla splendida Vergine Madre, Figlia Del Tuo Figlio. We'll Always Be Free ha visto, in duo, Cantarelli con il noto cantautore Davide Ronda, special guest del concerto, prima di una ripresa del Sanctus e di ripetute chiamate, tra gli applausi e le ovazioni sincere degli spettatori, che hanno assistito a un concerto eccezionale, partecipando con l'anima. L'invito finale non può essere che uno, cristiano ma universale al tempo stesso: quello di rivolgere, più spesso, la propria attenzione e generosità ai più deboli, primi fra tutti i bambini. Tutti i bambini sono un dono di Dio e Maria, colei che ha ispirato Beppe Cantarelli, è il simbolo di tutte le madri.
Dalla "Libertà"
Pagina degli Spettacoli
di Eleonora Bagarotti
29 Dicembre 2005
Tutti i diritti riservati
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