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"Quando la fede diventa musica.
Nel Millennium Choir di Beppe Cantarelli persone di religioni diverse.
Nel '99 cantò il Magnificat per il Papa"

Lunedì 22 novembre la Chiesa fa memoria di Santa Cecilia, patrona dei musicisti e dei cantanti. Per iniziativa dell'Istituto diocesano di Musica Sacra, una messa per i cantori verrà celebrata dal Vescovo domenica 21 in Cattedrale alle ore 18,30. La musica da sempre è un linguaggio che parla al cuore dell'uomo. E non mancano, anche ai nostri giorni, musicisti che la utilizzano per comunicare al mondo la propria fede. Vi proponiamo un'esperienza che all'evangelizzazione unisce la capacità di mettere in dialogo persone di fede e culture differenti. È l'itinerario artistico di Beppe Cantarelli e del suo Millennium Choir, che anche i piacentini hanno potuto conoscere ed apprezzare l'estate scorsa nei concerti a Vigolo Marchese e Pontedell'Olio. Pensate a un coro multietnico con persone di religioni diverse che danno voce a una musica di grande spiritualità. E' questo il Millennium Choir, fondato nel 1998 da Beppe Cantarelli. Nato a Busseto (Parma) ma da oltre 20 anni trasferito a Los Angeles, questo artista poliedrico - compositore, cantante, arrangiatore, orchestratore e produttore - nella sua carriera ha stretto collaborazioni con i più importanti big della musica italiana e internazionale. Con il Millennium Choir ha eseguito in Vaticano, il giorno di Natale del 1999 in occasione dell'apertura della Porta Santa, un "Magnificat" scritto da lui stesso per il Papa su commissione del Santuario della Madonna del Divino Amore di Roma. Sempre con il coro ha partecipato poi alle Giornate Mondiali della Gioventù a Roma nel 2000 e a Toronto nel 2002. Abbiamo incontrato Cantarelli questa estate, durante l'ultima parentesi italiana che lo ha visto esibirsi anche a Vigolo Marchese e Pontedell'Olio. Un'occasione per parlare della sua esperienza di musicista e di fondatore e direttore del Millennium Choir, con il quale canta anche come tenore solista.
- Come hai iniziato a far musica?
Da bambino militavo nel coro della Collegiata di S.Bartolomeo di Busseto. Qui mi sono affacciato ai primi classici, cantando Bach, Mozart, Beethoven e chiaramente Verdi. Mi ricorderò sempre che un'estate in occasione del concorso "Voci verdiane" Mario Del Monaco interpretava Otello, e noi bambini eravamo nel coro vestiti da arabi. Più avanti ho iniziato a suonare la chitarra. Verso i 15/16 anni, mentre frequentavo il liceo a Cremona, ho cominciato con una mia band. Sono arrivato poi a studiare flauto a Parma e mi sono iscritto alla facoltà di legge. Intanto con la band andavamo avanti e diventavamo sempre più professionisti. Questo finchè sono andato ad abitare a Milano, dove ho fatto il musicista a tempo pieno prima con una band e poi entrando nel giro delle incisioni. Fino ad arrivare a quelle con gli artisti famosi.
- Una passione per la musica coltivata fin da bambino.
Sì, ho sempre "masticato" la musica fin da quando avevo 5/6 anni. Ho anche cantato durante il Concilio Vaticano II nel 1964. Eravamo 23 cantori e abbiamo eseguito la messa gregoriana. Abbiamo fatto "Veni Sancte Spiritus", lo stesso di cui anni dopo don Tarcisio, direttore del coro della Collegiata mi ha chiesto una versione nuova, che ho composto per pianoforte, orchestra e coro polifonico.
- Oggi ti occupi di diversi generi musicali.
Ho iniziato con la musica classica. Ho studiato poi quella jazz e contemporanea. Ho fatto musica pop e mi piacciono moltissimo il rock&soul e il blues. Adesso cerco di fare un tipo di musica che implementi queste due pietre miliari del mondo occidentale: la musica classica in senso lato per quanto riguarda l'Europa, e quella jazz e blues per quanto riguarda gli Stati Uniti. La bellezza è quella di unire queste due scuole, non per comodità ma per sperimentare. E lo faccio sia usando certi colori, per esempio alcune tessiture di suoni, che certe soluzioni armoniche. A volte, durante una composizione dal sapore classicheggiante, implemento soluzioni armoniche azzardate per quel genere ma accettate nel jazz. Viceversa, quando faccio cose più rock&soul e blues, implemento armonizzazioni classiche.
- Alla musica sacra come sei arrivato?
La musica sacra entra in questo discorso per due motivi. Uno, perchè mi sono stati richiesti su commissione (dal suo maestro nel coro di Busseto, don Tarcisio Bolzoni, ndr) alcuni brani, come "Mentre il Silenzio", il primo canto corale che ho composto sulle parole bellissime di David Maria Turoldo, e il "Veni Sancte Spiritus". E poi il "Magnificat" per il Papa. Queste sono state le mie prime esperienze con la musica sacra, usando in questo caso parole di altri. L'altro motivo è che, quando sono io a scrivere le liriche, più che sacra io la chiamo musica "inspirational". Penso infatti che la musica sia uno, se non il migliore, mezzo di comunicazione che l'umanità abbia. Ha però due grosse barriere:una può essere la lingua, e nei miei concerti ci sono sempre le traduzioni sui programmi; l'altro invece può essere la religione. Non dovrebbe essere così. Allora quando scrivo io le parole, non mi vergogno di dire di essere cattolico - anzi lo so - no e ho composto anche il "Magnificat" -, ma faccio testi che devono essere recepiti senza barriere dalle persone che appartengono a qualsiasi religione nel mondo.
- In che modo è nato il Millennium Choir?
Per sbaglio. Nel senso che avevo scritto dei pezzi e ho pensato di registrarne un paio per sentire i pesi di tutte le voci e dell'orchestra esattamente come li avevo scritti sulla partitura. Ho messo insieme alcuni coristi, più che altro professionisti da sala d'incisione. Li ho registrati su piste separate. La voce girava; c'era gente che mi telefonava chiedendo di partecipare. Anche artisti famosi, come Siedah Garrett, che ha cantato con Quincy Jones e Miles Davis e ha fatto un duetto con Michael Jackson oltre ad aver scritto per lui "Man in the mirror". E come lei altri. Il coro quindi è nato per caso. E non era ancora un coro, ma un insieme di "vocalist" che si trovavano per le incisioni, ma mai tutti insieme. Quando poi è stato il momento di eseguire il "Magnificat" per il Vaticano, ho detto: porto io il coro. Ho fatto un giro di telefonate, e siamo venuti a Roma: eravamo in quasi 200. Quel giorno di Natale in Vaticano è stata la prima volta che il coro si è riunito. E stato indimenticabile. Quando sono tornato negli Stati Uniti ho cominciato a fare concerti, che hanno avuto subito successo, ma avevo paura che là alle persone queste cose di forte tradizione europea piacessero solo perchè esotiche per loro. Ho deciso allora di fare concerti in Italia, ed è stato un grandissimo successo. Sono commosso dalla reazione avuta, anche da parte degli stessi bussetani.
- Questo coro si unisce alle corali delle località in cui di volta in volta canta. In che modo?
Questa è la filosofia del coro. Adesso le persone che hanno le partiture e hanno imparato i pezzi sono un migliaio nel mondo. Grazie alla tecnologia, diamo i cd con le parti pre-mixate per facilitare l'apprendimento.Poi magari ci si trova un'ora prima del concerto per provare. E il coro sta crescendo ogni giorno. Dopo i concerti nel Piacentino/ si sono aggiunti diversi cori e coristi. Per esempio, quattro anni fa a Tor Vergata eravamo in quasi 300, di cui circa 150 di diocesi del sud Italia. Questi ultimi erano ragazzi che volevano venire alla Giornata Mondiale della Gioventù di Roma a cantare, ma non avevano i soldi. Allora ho fatto due concerti da solista-vicino a Napoli e a Taranto e ho donato i proventi alle varie diocesi per pagare le loro quote.
- A livello professionale e umano cosa ti ha dato il Millennium Choir?
Come esperienza musicale è bellissima, e lo è anche a livello umano perchè sto conoscendo tante persone. Ho notato che a volte arriva nel coro gente che ha altre motivazioni, che magari vuole solo farsi un giro in Europa, o che non ha un atteggiamento socievole, mentre tra noi c'è un certo cameratismo; il coro è un insieme talmente spontaneo che queste persone o cambiano o vanno via da sole. C'è come un filtro naturale, e questo non mi era mai successo. Prima non avevo mai cantato con un gruppo così vasto, ed è un'esperienza interessante anche per questo modo di guardare alla vita comunitaria. Nel bene e nel male è bello questo interscambio. Nascono amicizie bellissime, ed è tutto per via della musica.

"L'Ave Maria e il Panis Angelicus colonna sonora dell'opera del regista piacentino Maucci"

(Id) Sono diversi i progetti a cui Cantarelli sta lavorando. A cominciare dalla realizzazione di due dvd: uno con l'esecuzione del recital del "Magnificat" e l'altro del concerto "Fammi cantare con gli angeli" svoltosi il 31 maggio scorso a Pontedellolio. Non solo. "Sto anche iniziando la pre-produzione di un film musicale - spiega -. Si tratta di un album di arie da tenore da me composte, dal titolo 'Renaissance Man', di cui sto facendo un film grazie alla collaborazione con il bravissimo regista piacentino Dino Maucci. Sono 11 brani, di cui il Magnificat per tenore e coro, il Panis Angelicus, l'Ave Maria e altri, che diventano colonna sonora di una storia bellissima". Oltre a questo progetto, è in corso il tour dei concerti del trio Magie Quest (in cui Cantarelli canta e suona la chitarra acustica accompagnato dall'armonicista Tollak Ollestad e dal contrabbassista Rene Camacho), che ha registrato un omonimo album. "Si tratta di pezzi degli anni '20, '30 e '40, riproposti con un organico estremamente moderno ma squisitamente acustico - dice l'artista di Busseto -, oltre ad alcuni pezzi che ho composto io". Cantarelli spiega inoltre che a breve si dedicherà alla registrazione di una messa da lui composta, e che sta finendo di arrangiare per tenore, coro e orchestra un concerto che aveva già scritto per il flautista classico Roberto Fabricciani.
Da "Il Nuovo Giornale"
a cura di Laura Dotti
19 Novembre 2004
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